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Coronavirus, in arrivo la proroga dello stato di emergenza a dicembre 2020: ecco che cosa significa

  • Sabato 11 Luglio 2020
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  • Scritto da: Mira Redazione

10 luglio 2020


Ora, per passare dalle parole ai fatti, serve una nuova delibera del Consiglio dei ministri. Quella del 31 gennaio era valida sei mesi

di Nicoletta Cottone

Da Venezia, alla cerimonia del Mose, il premier Giuseppe Conte conferma, sia pure come probabilità, la proroga al 31 dicembre 2020, dello stato di emergenza proclamato il 31 gennaio 2020 in seguito all’epidemia da coronavirus. «Non vi dovrete sorprendere se la decisione sarà di prorogare lo stato di emergenza» oltre il 31 luglio, ha detto il premier ai giornalisti nel corso di un punto stampa nella città lagunare, «perché se non lo prorogassimo, non avremmo più neppure i mezzi e gli strumenti per continuare a monitorare, per poter intervenire». E poi ha ribadito: «Ragionevolmente andiamo verso la proroga dello stato di emergenza», posto che si tratta di una decisione, ha rimarcato, che il Consiglio dei ministri deve assumere collegialmente.

Per la proroga serve una delibera del Cdm

La notizia si rincorreva già su giornali e siti, dopo una spinta in direzione della proroga giunta dal Comitato tecnico scientifico e dal ministero della Salute. Una scelta legata ai timori di una seconda ondata di coronavirus. Ora, per passare dalle parole ai fatti, serve una nuova delibera del Consiglio dei ministri, dopo quella del 31 gennaio 2020, pubblicata sulla gazzetta Ufficiale del 1° febbraio 2020 n. 26, che aveva dichiarato per sei mesi lo «stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili».

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Cosa consente la proroga dello stato di emergenza

Lo stato d'emergenza consente di emanare disposizioni rapidamente, anche in deroga alle norme vigenti. Basta ricordare le misure di lockdown adottate dal governo, immediatamente operative con un semplice Dpcm, senza dover passare attraverso l’esame del Parlamento. Cosa che è avvenuta nella prima fase dell’emergenza anche in caso di misure limitanti per la libertà individuale, come, per esempio, con il lockdown. Anche la Protezione civile potrà conrinuare ad acquistare mascherine e dispositivi di protezione senza dover affrontare le complesse procedure di gara vigenti in Italia, che frenerebbero gli acquisti più urgenti.

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