di Anna Guiducci e Patrizia Ruffini
Il fondo
di 3,5 miliardi a sostegno dell'equilibrio dei bilanci 2020 degli enti locali
partirà già suddiviso fra Comuni, Province e Città metropolitane; cambiano i
dati Siope utilizzati per l'erogazione dell'acconto del 30% ed è ampliata la
semplificazione per rinegoziazioni dei mutui. Sono alcune delle ultime novità
inserite nella nuova bozza del decreto Anticrisi circolata nel tardo pomeriggio
di ieri.
Per l'anno
2020 è dunque istituito presso il ministero dell'Interno un fondo con una
dotazione complessiva di 3,5 miliardi di euro, di cui 3 in favore dei Comuni e
500 milioni di euro per Province e Città metropolitane.
Ai Comuni
saranno erogati 900 milioni di euro entro dieci giorni dall'entrata in vigore
del decreto, mentre per Province e Città metropolitane l'acconto sarà di 150
milioni di euro. L'iniezione di cassa sarà distribuita in proporzione alle
entrate tributarie (titolo 1) e – dopo le modifiche - alle sole tipologie 1 e 2
delle entrate extratributarie (titolo 3) incassate al 31 dicembre 2019, risultanti
dal sistema Siope.
Per
stimare il proprio importo, in attesa dei dati ufficiali, i Comuni possono
tener conto che, a fine 2019, le riscossioni dei titoli 1 e delle tipologie 1 e
2 (proventi dalla vendita di beni e servizi e da multe) del titolo 3 ammontano
a 45.553.422.941,19 euro. Per cui, considerando la torta di 900 milioni e i
propri dati Siope, ogni Comune può giungere ad approssimare la propria quota da
iscrivere fra le entrate da ministeri. Per la ripartizione della quota di 150
milioni a province e città metropolitane i dati degli incassi Siope richiamati
dalla norma ammontano a complessivi 4.921.270.012,04 di euro.
Questo acconto non avrà nessuna relazione con il riparto effettivo, che sarà effettuato, entro il 10 luglio 2020, tra gli enti di ciascun comparto, sulla base degli effetti dell'emergenza Covid-19 sulle minori entrate, al netto delle minori spese e tenendo conto dei contributi assegnati a vario titolo a ristoro delle minori entrate, e sui fabbisogni di spesa valutati dall'apposito tavolo istituto presso il ministero dell'Economia e delle Finanze.