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Revocato il revisore che viola la privacy

  • Giovedì 07 Maggio 2020
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  • Scritto da: Mira Redazione

 

7 maggio  2020

 

Revocato il revisore che viola la privacy

di Marco Rossi e Patrizia Ruffini

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Incappa nella revoca dall'incarico il revisore che invia alla Pec istituzionale del Comune una relazione sul personale, con i riferimenti alle presenze e assenze, anche per malattia, sebbene abbia oscurato i nominativi dei soggetti coinvolti, lasciando visibile solo il numero dei matricola. Secondo l'articolo 240 del testo unico degli enti locali, infatti, i revisori devono conservare la riservatezza sui fatti e documenti di cui hanno conoscenza per ragione del loro ufficio.

Il principio viene dalla sentenza del Tar Abruzzo (n. 89/2020), chiamato a dirimere il ricorso del revisore contro la delibera di consiglio comunale di revoca dell'organo di revisione per inadempimento secondo l'articolo 235, comma 2, del Tuel, nonché in ragione della mancanza di collaborazione verso l'organo consiliare, di cui è stata ostacolata e rallentata l'attività.

L'amministrazione comunale ha incentrato la difesa del suo operato sulla violazione della riservatezza, commessa dall'organo di revisione, predisponendo una relazione sulle presenze del personale, contenente anche riferimenti alle presenze e assenze (anche per malattia) inviata alla Pec istituzionale dell'ente ed accessibile a tutti i dipendenti.

Il Tar ha ritenuto che quest'attività abbia violato un dovere dell'organo di controllo, atteso che i dati relativi agli orari di lavoro, permessi e assenze per malattia (anche se epurati della descrizione del tipo di malattia) sono sottratti all'accesso civico generalizzato e come tali non sono pubblici ma riservati (Tar Campania, Napoli, sentenza n. 5901/2017), in quanto la loro conoscenza indiscriminata appare idonea a recare astrattamente un pregiudizio agli interessati, ad esempio nella vita lavorativa, sociale e di relazione (si tratta di dati che rivelano abitudini di vita, morbilità del soggetto, ecc., come affermato nel parere del 13 settembre 2017 dell'Autorità garante dei dati personali, su di una istanza di accesso civico).

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